Piazza Ravegnana, palazzo Bega rinasce tra cibo e gusto

A fine marzo l’inaugurazione della ‘Bottega Portici High Quality Italian Food’

Una veduta dell’edificio in piazza Ravegnana, subito dopo la fine della guerra, ristrutturato nel 1954 dall’architetto Melchiorre Bega

Una veduta dell’edificio in piazza Ravegnana, subito dopo la fine della guerra, ristrutturato nel 1954 dall’architetto Melchiorre Bega

Bologna, 4 marzo 2017 - Aprirà tra il 22 e 26 marzo, ma già venerdì prossimo cittadini e turisti apriranno gli occhi su 190 metri quadrati di pura bolognesità impressi in una foto posta sulla facciata. La ‘Bottega Portici High Quality Italian Food’, infatti, è pronta a sbarcare nel centro che più centro non si può, in piazza Ravegnana. Ci saranno le sfogline visibili dalle vetrine sotto al portico, la terrazza coi tavolini e gli ombrelloni riscaldati da cui sembra di poter toccare con un dito la Garisenda e l’Asinelli, il dehors a piano terra fino alle panchine della piazza, la cucina dalla parte di via Zamboni e il food market con specialità bolognesi e italiane personalizzate da un logo su via de’ Giudei.

Perché Palazzo Bega, 6 piani di storia architettonica del dopoguerra abbracciata da palazzi signorili e ora proprietà (come Palazzo Maccaferri sede dell’Hotel I Portici e del ristorante stellato oltre che della prima bottega) del Gruppo Imperial, azienda leader del Fast Fashion, contempla ben due strade e una piazza, riportando alla memoria immagini in bianco e nero, quando prima della Guerra c’erano la chiesa di San Marco, una bottega di speziali e l’adiacente Torre Orsi.

Solo il portico del 1680 resistette ai bombardamenti e nel 1954 quel luogo riprese vita con la casa del Rotary Club di Bologna che, per la ristrutturazione, si affidò a uno dei migliori e più controversi architetti del tempo: Melchiorre Bega. Già si sa che, oltre all’effetto dirompente che avrà l’atterraggio di un progetto sulla pasta fresca nell’ombelico della «grassa» – guidato fieramente da tortellini, tagliatella, tortelloni e un’idea di fast food cucinato totalmente italiano – il coinvolgimento più forte sarà offerto dalla possibilità di elevarsi a circa 400 metri da terra, tra il primo e secondo piano, su quel terrazzo con una vista unica e una sospensione davvero rara per Bologna, che si può avere solo salendo su una torre o sul tetto di qualche palazzo.

Lo conquisterà la terrazza Portici, ne siamo certi, il primato dei selfie 2017. Il cruccio, invece, sarà che non si potrà prenotare, perché il format replicherà quello del negozio di via Indipendenza, con la scelta del piatto, il pagamento, il ritiro di un dischetto che illuminandosi vi avvertirà quando il cibo è pronto. Nel frattempo avrete trovato un posto a sedere.

Ecco cosa si spalancherà dietro le porte dei 350 metri quadrati di Bottega – dalla colazione alla cena, 7 giorni su 7 – guidati dallo chef Elia Meliadus Frascella e con 22 impiegati: un piano terra con cucina, negozio e video sulle strade per raccontare la nostra storia e quella della sfoglia, un primo piano con tavoloni conviviali, tavoli con panche e zona lounge. Poi si giunge in terrazza. Nei rimanenti 4 piani (e 1.650 metri quadrati) che culminano in un tetto terrazzato che forse in futuro sarà utilizzato, si sviluppa tutto il progetto Bottega Portici, con uffici e merchandising, community, amministrazione. E per non perdere tempo, ha già aperto i battenti in via Indipendenza l’Academy, per istruire sfogline, commessi, cuochi e addetti alla caffetteria con insegnanti quali Gino Fabbri, Manuel Terzi, Agostino Iacobucci, Paola Pallotti e Carla Tessitore.

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